Luxottica piglia tutto

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Notizia di poco prima di mezzanotte di ieri: Luxottica acquisisce Barberini spa.

Dopo l’iniziale reazione di incredulità la sensazione è quella di trovarsi nella nota pubblicità il cui claim tormentone è “ti piace vincere facile”?

Stamattina uno dei più noti imprenditori nel settore dell’ottica leggendo le rassegne stampa provenienti da tutto il mondo berrà un caffè dolcissimo e dall’inconfondibile sapore di qualità, quella vera.

Chapeau…ancora una volta. Che Luxottica sia un’azienda guidata da chi sa fiutare gli affari è fuori da ogni dubbio e sicuramente è irrelevante l’opinione di un semplice ottico come me comparato alla ribalta mondiale.

Tuttavia, mi arrogo il privilegio della libertà delle parole e sopratutto di pensiero, in un Paese che ancora lo consente.

Mi chiedo che gusto abbia provato chi ha deciso di consegnare le chiavi della Barberini spa a Luxottica dopo aver rischiato anni fa di chiudere bottega proprio a causa della decisione di questa azienda. All’epoca la notizia non aveva avuto la stessa risonanza mediatica perchè se pregiarsi di un ” investimento” nel made in Italy come quello attuale è una notizia positiva che consente di esporre con orgoglio le stellette sul petto, lo stesso non si può dire per la decisione di inizio millennio di sottrarre il sostegno economico in un momento di crisi mondiale proprio al made in Italy e nello specifico all’azienda che oggi viene assorbita preferendo all’epoca la produzione cinese del vetro ottico. Certo deve essere una soddisfazione (e svariati milioni di euro…) ma quello che mi chiedo da ieri sera è…perchè?

Luxottica dichiara di voler “aggiungere un’altra gemma ai nostri marchi” in preda a un delirio di potere che mi fa pensare al cacciatore che appende orgoglioso la testa del cervo a fianco agli altri trofei di caccia per potersene vantare con gli amici alla prima occasione. Ma lasciando un pò il sano livore che ancora mi circola nelle vene l’amara consapevolezza è che Barberini da oggi non sarà più la stessa fagocitata da chi ne ha temuto le potenzialità e, invece che farle la guerra, ha preferito metterla a tacere.

In questo modo al di là di ogni buonismo e approccio filantropico l’innovazione sarà controllabile, il prodotto dovrà fare i conti in casa con tanti altri e aspettare il suo turno in modo da consentire uno smaltimento di ciò che è da smaltire in una logica squisitamente commerciale e tutt’altro che votata all’esclusiva ricerca dell’eccellenza. Con l’acquisizione a mio avviso Barberini diventerà un numero, uno dei tanti in una grande famiglia di prime donne che sgomitano non per sopravvivere ma per farsi notare. Le idee resteranno chiuse nei cassetti se non saranno compatibili a logiche di gruppo e di mercato e la freschezza e la forza che hanno portato l’azienda ad essere già leader mondiale (non era un titolo abbastanza soddisfacente questo mi chiedo?) dovranno dipendere da chi ha dichiarato senza indugio che non dipenderà mai da nessuno.

No, valutando questa notizia mentre contemplo il mare calmo in questo paradiso sardo nei pressi di Villasimius dove mi trovo ancora per poche ore, non riesco a vedere nessun risvolto positivo per l’intero settore dell’ottica se non che per una volta 140 milioni non sono volati in Cina o altrove. Tuttavia, mi chiedo al contempo con un indotto annuo di 85 milioni di euro già consolidato dove poteva arrivare Barberini in totale indipendenza?

Lo confesso resta l’amarezza  … di andare incontro a un panorama piatto e sopratutto non reale dove quello che vedi è solo quello che vogliono farti vedere, quello che scegli è solo quello che ti consentono di scegliere.

Ma non è ancora così.

Si può ancora scegliere. L’Italia e non solo pullula di piccole e grandi aziende che nel settore dell’ottica appartengono alla filiera indipendente e sono loro presi tutti insieme che con la loro agilità, la passione, la continua ricerca che fanno la reale differenza. Loro combattono una guerra costruttiva che anima il settore e lo vivacizza con nuovi spunti, idee fresche e voglia di espressione a tuttotondo. Loro come i 300 spartani contro i persiani, come Davide contro Golia. Certo c’è da sperare che la loro crescita non li porti a diventare troppo interessanti e appetibili tanto da essere fagocitati…

Noi per conto nostro continueremo a scegliere e far scegliere nella convinzione che le idee che viaggiano libere trovano sempre la strada per arrivare molto lontano.

Franca

Ottica DIECIDECIMI® Glasstylist