Dal numero di Settembre di Vedere International
A sette mesi dall’inizio del nuovo mondo nel quale con non poche difficoltà tutti noi ci stiamo confrontando, possiamo dire a ragion veduta che non ci siamo mai realmente fermati. La volontà e caparbietà di noi tutti di reagire ad una situazione così anomala ha riempito e riempirà ancora per molto pagine di quotidiani, giornali e tanti libri in ogni disciplina fino ad arrivare a quelli di storia che tramanderanno questo singolare momento ai posteri.
Più il tempo passa e più mi convinco del fatto che ciò che ha permesso alle nostre gambe di fermarsi e ci ha dato la forza di mettere in stand-by la nostra vita è stata proprio la corsa frenetica dei nostri pensieri e delle nostre riflessioni che hanno scandagliato spontaneamente e incessantemente ogni possibile soluzione, ogni strada alternativa a quella obbligata che ci si spalancava davanti gettando luce anche su quelle che non erano state ancora tentate.
Questa è la sensazione che ho provato all’inizio di un settembre atipico ovunque. Settembre è infatti sempre stato il vero capodanno anche nel settore dell’ottica: tutto ricominciava sempre da questo momento dell’anno in cui il tempo era scandito dal ritmo frenetico sia nei negozi per riflesso del nuovo anno che cominciava sia nel settore con le grandi fiere, congressi, convegni e appuntamenti canonici di ampio respiro.
La grande consapevolezza che molto è cambiato da un anno fa e la necessità di confrontarsi con nuove stringenti regole in fatto di sicurezza, ha portato novità che rispondono al desiderio di realizzare progetti e riflessioni maturati nel lockdown, vale a dire tutte le nuove idee su come continuare a lavorare preservando la strada percorsa e indirizzando quella futura magari migliorandola. Ecco quindi che da inizio settembre si succedono ogni weekend in diverse città italiane da nord a sud, showroom privati organizzati da marchi indipendenti che invitano gli ottici a ritrovare il piacere di guardare e toccare con mano i prodotti, selezionarli e perchè no trovare in questo atto così scontato e adesso quasi rivoluzionario, l’energia necessaria per affrontare il periodo che ci aspetta. La loro formula è fresca, rapida ed efficace e sono figli esattamente di questo momento al quale rispondono brillantemente con il loro scopo principale di non fermarsi e di non arrendersi puntando su spazi che permettono di comunicare la loro identità a tuttotondo e accogliere in sicurezza un numero di persone adeguato ai tempi. L’idea è di non privarsi della possibilità di raccontare il prodotto e le novità, ascoltare gli ottici e le loro nuove esigenze, confrontarsi, crederci ancora insieme, sorridersi sotto le mascherine e riguardarsi negli occhi per avere a loro volta conferme di avere ancora gli stessi obiettivi di prima e magari anche la stessa tenacia nel perseguirli. Piccole realtà che hanno anch’esse gettato il cuore oltre l’ostacolo testimoniando con la loro pluralità la grande forza di volontà di questo settore di non arrendersi scegliendo di muoversi non in modo tradizionale ma con i loro tempi, i loro passi e i loro ritmi.
Ho avuto il desiderio di andare a vivere queste iniziative, toccare con mano il palpabile desiderio di ricominciare e sentire dalla voce di chi è approdato a queste soluzioni alternative che non hanno nulla di approssimativo, l’entusiasmo per un nuovo inizio.
Settembre non è orfano però di una grande manifestazione….almeno in Italia! A Firenze il 19-20-21 settembre sarà ancora DaTE, un grande atto di coraggio che riapre le porte ad altrettanti temerari del settore che si daranno appuntamento per scoprire le novità dell’occhialeria di avanguardia e riavviare i motori nel settore sia a livello nazionale che internazionale.
Ve la ricordate la scacchiera di Ferdinand De Saussure il linguista che citavo qualche articolo fa (in realtà era proprio settembre dell’anno scorso…) e che ha avuto tanto successo? Il gioco degli scacchi a cui aveva paragonato la lingua gli permetteva di spiegarsi e comprenderne i mutamenti perchè la assimilava a un sistema che muta perchè il mutare di un singolo elemento (la mossa di uno scacco) modifica tutto il sistema.
Ebbene qui sono saltati tutti gli schemi! Gli scacchi si sono spostati non uno alla volta ma tutti insieme. Ora si definisce l’ambizioso compito per chi ha vedute più ampie e possibilità di aggregazione maggiori di individuare una strada ancora più nuova, ancora più all’avanguardia e perseguirla unendo ancora le forze di chi non ha mai mollato non appena saremo fuori da questo tunnel.
Per il momento cogliamo la bellezza laddove si esprime e cerchiamo di trarre energia dalla passione che muove tutte le cose in questo mondo in cui una “visione” ampia bisogna sempre trovarla.