Occhiali: un presidio “editoriale”

Il 18 novembre 2020 sulla newsletter di Pambianco si leggeva la notizia di un accordo tra l’azienda Franco Sordelli (specializzata nella progettazione e realizzazione di eyewear) e M-Dis Distribuzione media (il principale player nella distribuzione nazionale di prodotti editoriali di proprietà di De Agostini, Rcs Media Group e Hearst) che porterà nelle 15.000 edicole italiane una nuova linea di premontati con queste caratteristiche:
“Disponibile con lenti graduate fino a +3 diottrie, ma anche con lenti neutre studiate per chi trascorre molte ore su Pc, tablet e smartphone, come strumento di prevenzione, Moscacieca è destinata a un pubblico maturo per correggere i primi segnali di presbiopia ma anche, nel caso della lente neutra, alla crescente platea di giovani studenti costretti a una didattica a distanza o semplicemente appassionati e-gamer: un dispositivo medico certificato che dona immediato sollievo all’occhio presbite e che è capace di prevenire danni futuri provocati dagli schermi luminosi”
Non vi racconterò la mia prima reazione a questa notizia, ma vi propongo una analisi  “logica” di questa notizia maturata di giorno in giorno.
Lenti graduate fino a +3 diottrie” fin qui niente di nuovo: sono i nostri cari premontati. Quelli che sono ovunque. Quelli che si sono infilati nel settore dell’ottica  per logiche commerciali e distrazioni varie. Quelli accettati dalla categoria un po’ di anni fa con un  “ma che vuoi che sia? E’ un usa e getta, lascerà il tempo che trova…”. Quelli che hanno portato il business alle farmacie e a tutte le attività che le vendono e hanno svuotato non solo il cassetto degli ottici, ma ne hanno anche depauperato la professione dalla responsabilità di garantire occhiali da vicino corretti il giusto. Quelli spesso prescritti nelle ricette mediche che strigliano la tolleranza ai limiti.
Quelli che il cliente finale in coda alla cassa del supermercato trova nella rastrelliera a fianco alle caramelle e che prova ripetutamente puntando al numero più alto di addizione (così non ci pensa più).
Lenti neutre studiate per chi trascorre molte ore su Pc, tablet e smartphone come strumento di prevenzione”. Qui iniziamo con la novità: premontati dotati di lenti (graduate o neutre) con filtro per la luce blu.  
Come dire anni di studi sciorinati in tutte le forme da illustrissimi esperti nelle riviste scientifiche, ripresi dagli specialisti della visione – dagli oftalmologi in giù – e tradotte in tecnologia dalle aziende oftalmiche (nessuna esclusa), innumerevoli ore di corsi di aggiornamento, lo spettrometro della luce scandagliato in ogni singola lunghezza d’onda, webinair e formazione sui prodotti più performanti. Tutto ciò, improvvisamente, nel bel mezzo del peggiore momento planetario degli ultimi decenni, viene condensando in uno “strumento di prevenzione” e affidato all’edicolante (con tutto il rispetto per la categoria). Sembra proprio che sulle scrivanie di chi cerca soluzioni su come uscire da questa crisi siano arrivati dati “interessanti” (anche se non di pertinenza del proprio settore che è invece la diffusione di stampa specializzata e prodotti EDITORIALI) e che su questi tavoli, improvvisati altari sacrificali, sia salita la “crescente platea di giovani studenti costretti a una didattica a distanza” e ovviamente lo spaesato “pubblico maturo” alle prese con “i primi segnali di presbiopia”, come se la pandemia avesse portato all’estinzione la categoria intera degli ottici.
“Un dispositivo medico certificato che dona immediato sollievo all’occhio presbite e che è capace di prevenire danni futuri provocati dagli schermi luminosi”
…Commentiamo?
Perché questa notizia ha quasi 15 giorni e sta passando nel silenzio generale annunciata solo riportando il comunicato stampa della M-Dis?
Dove sono finiti tutti?
Dov’è la classe medica?
Dove sono i farmacisti che sono abituati a parlare di “immediato sollievo”?
Dove sono le aziende di oftalmica che investono sulle tecnologie più avanzate?
Dove sono i certificatori dei dispositivi medici nel settore ottico?
Dove sono gli ottici di ogni genere e grado?
Vorrei dire che la notizia è finita qua. Invece no. 
C’è molto di più ed è la parte forse più dolorosa. 
Sul Corriere dell’Umbria giovedi scorso 26 novembre compare un articolo di Mauro Barzagna che parla di “una scelta di campo strategica tanto più se messa in relazione alla necessità di andare oltre la crisi”.
La scelta strategica si basa sul fatto che gli edicolanti potranno offrire prodotti come gli “occhiali di design italiano”. Il giornalista mette ben in evidenza la strategia illustrata da Andrea Liso, amministratore delegato di M-Dis che è ben conscio del fatto che “gli occhiali spesso si trovano già in edicola, ma spesso sono di dubbia provenienza, mentre con questo prodotto ora possiamo ‘aggredire’ anche coloro che non vogliono rinunciare alla qualità, lasciando all’edicolante margini più significativi”.
La “qualità” la porta sull’altare sacrificale l’azienda di Franco Sordelli, quella di cui l’utente finale curioso potrà leggere sul sito istituzionale “dal 1921 artigianato made in Italy”. Gli occhiali si chiameranno “Moscacieca” e francamente credo che nome migliore non potevano trovarlo per sintetizzare tutta la “bontà” dell’operazione.
Confesso che sono stati pochi i ganci a cui appigliarsi quando ho letto questa notizia la prima volta: perché si resta attoniti e frastornati ad ogni parola, ti gira la testa e l’equilibrio già instabile ti abbandona. Mille saranno le ragioni validissime delle scelte fatte dagli attori di questa iniziativa. Probabilmente niente potrà scalfire questo processo già avviato e che ogni giorno che passa ottiene un avallo nell’indifferenza di tutti in una forma di silenzio-assenso che uccide più di qualsiasi guerra.
Il senso di libertà che mi pervade nel momento in cui posso far fluire i miei pensieri con le parole non bilancia lo sconforto. Ma so che nonostante tutto domani io e tanti ottici come me continueremo ad accogliere i nostri clienti e spendere le parole per raccontare la qualità che proponiamo e la professionalità del nostro mestiere. Continueremo a parlare di occhiali, quelli veri, e non il frutto di operazioni commerciali travestite da “esigenze necessarie”, quelli per cui sarebbe necessario coniare un termine nuovo per identificarli. Parleremo di quanto essi debbano rispondere a parametri tecnici ben precisi e alle esigenze visive dei propri occhi che sono unici come è unica ogni componente del nostro corpo. Continueremo a parlare di bellezza di una montatura e della bellezza che passa attraverso le lenti giuste secondo il nostro giudizio professionale. Continueremo con il nostro modo di lavorare portando avanti un’eredità ultra centenaria che la nostra categoria con orgoglio abbraccia ogni giorno. 
Continueremo a fare il nostro lavoro perché sappiamo che ci sono cose che non sono in vendita.
Per tutto il resto c’è l’edicola.
Franca
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