Radio Ottica – Andrea Postizzi

Radio Ottica - Andrea Postizzi
L’appuntamento di RADIO OTTICA con Andrea Postizzi e il mondo di NobiKa ci ha davvero appassionato.
Vi avevamo già anticipato che dietro al suo prodotto c’era davvero una bella storia fatta di tanta passione, ricerca per il bello, perfezione in ogni dettaglio, desiderio di creare un prodotto di valore in ogni sua parte. Ebbene Andrea ha risposto con tutta la sua competenza nel settore dell’occhialeria, una competenza che ha radici nell’impresa di famiglia che suo padre Mario aveva iniziato negli anni 70.
Pole- Optik nasce come azienda commerciale che distribuiva in tutto il mondo occhiali fatti in Italia da aziende eccellenti la cui abilità era conosciuta (e lo è ancora) in tutto il mondo. L’avventura della Pole-Optik si trasforma negli anni successivi nella creazione di ben 3 fabbriche che sul lago maggiore, per la precisione a Verbania, dove nasce un polo di produzione occhiali in metallo e successivamente anche combinati. Andrea ci dice “è stato un momento bellissimo perché c’era fame di occhiali e noi Italiani (e parlo di tutte le aziende) rispondevamo benissimo alla richiesta. C’era fermento, c’era passione, c’era lavoro”. Il corso degli eventi però cambia velocemente nei primi anni del 2000 quando nel settore dell’ottica entra in gioco la globalizzazione che prima porta i grandi clienti del made in Italy vero a delocalizzare la produzione fuori dal bel paese e poi porta in Italia prodotti semilavorati o addirittura quasi prodotti finiti altrove che, coadiuvati dalla legge, vengono assemblati e marchiati made in Italy. E’ questo il momento in cui si crea una concorrenza difficilissima da sostenere per tutte le aziende che hanno continuato a produrre interamente in Italia. Tutte le aziende che fin qui hanno sempre prodotto occhiali in Italia sono in grande difficoltà, soffrono, resistono e sono presenti ancora oggi ma tante, tantissime non ce la fanno come quelle della famiglia di Andrea che decide quindi di dismettere la produzione.  Questi sono gli anni in cui si perdono tantissimi posti di lavoro nel settore occhialeria, competenze, patrimoni di eccellenza.
Il nostro Andrea cresciuto anche lui a pane e occhiali, ha appena 25 anni quando il destino delle fabbriche di famiglia si compie. Resta nel settore e per 9 anni si fa le ossa in aziende del settore occupandosi di sviluppo del prodotto, continuando a coltivare la passione per gli occhiali e accarezzando un sogno che continua ad accompagnarlo per anni. Un bel giorno come nelle più belle storie sente che deve seguire una strada e tentare di realizzare quel sogno. Sono passati 8/9 anni dalla “ridefinizione” del concetto di made in Italy e sapendo che la lista di attesa per farsi ascoltare dalle aziende ancora attive che garantivano la qualità che lui conosceva bene era molto lunga per progetti come il suo, decide di non mollare e anzi di non voler intraprendere più una strada già battuta ma di mettere lo zaino in spalla e andare a cercare la qualità che risponda al suo progetto altrove.

Dopo il suo primo viaggio in Giappone Andrea decide di dare le dimissioni dal suo lavoro, in un momento in cui ancora non aveva nulla di concreto tra le mani, per dedicarsi interamente al suo progetto… perché sente fortemente che quella è la strada, che ha trovato quello che cercava. Ha bussato per un paio di anni di porta in porta alla ricerca delle piccole botteghe artigiane in terra nipponica, affrontando le difficoltà della lingua e la diffidenza iniziale. Incontra così la cultura della perfezione, del dettaglio, della materia prima eccellente e magistralmente lavorata per dare all’occhiale che ha progettato nella sua testa per tanti anni la forma ci ciò che è poi diventato un occhiale NobiKa.
Abbiamo voluto fortemente raccontare la storia di Andrea perché oltre al valore di chi ha saputo reagire ad una situazione difficilissima realizzando un prodotto davvero eccellente è una storia simbolo di quello che è accaduto in Italia quasi 20 annia fa. NobiKA a nostro avviso ci insegna due cose: la prima che non ci si si deve mai arrendere e continuare a cercare di raggiungere i nostri sogni e la seconda che la qualità bisogna cercarla laddove si esprime proprio come ha fatto Andrea che, con il suo bellissimo esempio, ci dimostra anche che essere italiani significa proprio questo.
Nessun paese come l’Italia mostra la sua eccellenza utilizzando l’abilità delle sue mani per creare e l’abilità della sua mente per riconoscere i meriti altrui laddove si esprimono. Per questo sventoliamo con orgoglio la nostra bandiera. Oggi più che mai.
Bravo Andrea! Grazie per averci regalato la tua storia.

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